Come si producono le risme di carta bianca?

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Come si producono le risme di carta bianca?

È probabilmente lo strumento che ha rivoluzionato le società antiche e che ancora oggi assume un’importanza incredibile. Stiamo parlando della carta, la cui storia è secolare. Ad introdurla furono i cinesi nel 100 a.C. che per anni tennero ben custodito il segreto della sua produzione. Passarono gli anni e le varie popolazioni mondiali iniziarono a introdurre la carta, come gli Arabi del XI secolo che la portarono in Europa. Per assistere alla prima cartiera italiana bisognerà attendere il secolo successivo, con Polese da Fabriano. Questa idea lungimirante, unita alla stampa di Gutenberg, fece sì che iniziassero a spopolare giornali e libri, in modo da permettere la circolazione del sapere. Tutto questo fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui la carta riveste ancora un ruolo di primaria importanza nell’apprendimento, nell’informazione e nella vita di tutti i giorni. Certamente non è più come secoli fa, adesso è possibile trovare risma di carta bianca al miglior prezzo e senza spendere tutto quello che si ha. Ma vi siete mai chiesti come si produce la carta? Quali sono i passaggi che compongono la produzione per arrivare alla risma di carta bianca? Scopriamolo.

Sfibratura e lisciviazione

Certamente arrivare dal legno alla risma di carta bianca è un processo abbastanza facile che con il tempo ha subito un’agevolazione nella produzione. Ma da cosa si parte per andare poi a creare il risultato finale? Si parte dalla pasta di legno, in alternativa si parte da fibre diverse dal legno, come il lino o la canapa, ma risulta molto più costoso e meno utilizzato. La produzione più famosa riguarda quella a partire dal legno ed è quella che andremo a descrivere.

Arrivare alla pasta di legno è piuttosto semplice, in quanto si parte dallo scortecciamento e dal taglio di tronchi di pioppo o abete. Qui viene ridotto in schegge e si estraggono le fibre. Tale processo prende il nome di sfibratura ed è fondamentale per la creazione della carta. Può avvenire sia con un processo meccanico sia chimico.

Nel caso meccanico viene inserito in una mola cilindrica che ruota in un ambiente acquoso per evitare che le alte temperature rovinino il legno. Cosa si ottiene? Il prodotto finale sono delle fibre in sospensione acquosa al 4%. La pasta ottenuta da questa lavorazione produce carta più opaca.

Per via chimica, invece, il legno va ridotto in piccole schegge messe a bollire in autoclavi. Qui si separa la cellulosa grezza grazie alle alte temperature e alla pressione che si va a creare in una soluzione chimica chiamata liscivio. Da questo nome prende il nome la fase: lisciviazione. Successivamente si filtra la cellulosa. La carta ha una buona trasparenza e risulta meno opaca.

Sbiancamento e raffinazione

Ottenuta la pasta di legno in uno dei due modi descritti, si passa alla fase di sbiancamento. Da notare come in fase di lavorazione le paste abbiano un colore scuro a causa della lignina. Quando si attua lo sbiancamento si vuole avere un prodotto finale con valori di grado di bianco stabiliti.

Qui andremo a utilizzare molti prodotti chimici e tramite due tecniche, il tutto dipende dalla resa della carta. Essendo più scura per la presenza di lignina, questa avrà una maggiore resa della carta. Ecco quindi che se si vuole ottenere una risma di carta bianca bisogna eliminare del tutto la colorazione bruna tramite reagenti chimici, se invece c’è bisogno di una resa alta, allora la pasta non verrà privata del tutto della sua colorazione.

C’è poi un’ulteriore lavorazione chiamata raffinazione, dove le fibre vengono pressate in presenza d’acqua e tagliate per renderle più flessibili.

Miscelazione e formazione della risma di carta bianca

Quello che si è creato viene poi inviato in un tino miscelatore che mescola la sospensione con altre sostanze e in base a ciò che si vuole ottenere. Dopo questo trattamento l’impasto passa in una cassa di flusso dove avviene la formazione del foglio e della risma di carta bianca. L’impasto caldo cade su un telaio che fa distribuire in modo omogeneo tutto il composto e fa cadere l’acqua in eccesso. Le fibre si avvicinano tra di loro e formano un nastro compatto che viene fatto ruotare e porta alla formazione di un foglio.

La fase finale

Infine la carta grezza creata viene trattata in base all’utilizzo che dovrà avere. Si aggiungono additivi, ovvero agenti patinanti che servono a renderla perfetta per scriverci o per stamparci. I fogli prodotti vengono comunque fatti essiccare tramite calandre riscaldate. Successivamente vengono arrotolate e terminano con la creazione di bobine di dimensione e peso variabile. Infine si vanno a creare le risme di carta bianca o tantissimo altro ancora destinati per il commercio.

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