Jackson Pollock: la biografia e le sue opere

Jackson Pollock: la biografia e le sue opere

Jackson Pollock è stato un artista particolarmente divisivo. Dietro alle sue opere d’arte, però, solo apparentemente semplici, si nascondono significati ben più profondi, concetti che travalicano le questioni prettamente estetiche.

Nel dettaglio, c’è chi ritiene che la valutazione di un Pollock debba essere effettuata non soltanto tenendo conto delle peculiarità dell’opera, ma anche del processo creativo alla base della realizzazione della stessa.

La vita del pittore, ad esempio, rientrerebbe tra gli aspetti che concorrerebbero all’analisi di un suo dipinto.

Facciamo un po’ di chiarezza, esaminando i punti chiave dell’esistenza dell’artista.

  • Jackson Pollock è nato a Cody, Wyoming, nel 1912. Il suo stile rientra nella categoria dell’Action Painting, una metodologia operativa consistente nel dar vita a un’opera d’arte facendo cadere la pittura direttamente sulla tela. E non solo.
  • L’Action Painting prevede anche il lancio di colori lungo il supporto tecnico, un’operazione che potrebbe apparire anch’essa puramente casuale, ma che in realtà può essere il frutto di uno studio specifico dell’estetica del dipinto finale.
    Oltre a tutto ciò, nell’Action Painting rientra anche l’atto fisico che ha prodotto l’opera d’arte.
  • Non meno utilizzata, nel corso della propria vita, è stata la tecnica del Dripping Painting, già anticipata in precedenza. La tecnica consiste nel lasciare che la pittura goccioli direttamente sul supporto utilizzato, disposto sul pavimento.
    La scelta in questione era dettata dal fatto che il pittore, per sua ammissione, si trovava più a suo agio in quanto maggiormente parte del dipinto, lavorandovi da tutti e quattro i lati.
  • I dipinti di Pollock possono sembrare banali, realizzati in modo casuale, ma il noto matematico Richard Taylor, anch’egli un artista, ha individuato la geometria dei frattali – oggetti geometrici ripetuti nella forma, allo stesso modo, ma su scale differenti – all’interno delle opere del pittore statunitense.
    Ciò ha contribuito a rafforzare l’idea che i suoi dipinti fossero ben più di creazioni casuali, ma frutto di uno studio artistico accurato.
  • La realizzazione delle sue opere avveniva in stato di “trance“: il pittore lasciava che i dipinti venissero creati dal suo inconscio, un modo utile per liberare la tensione accumulata nella sua mente.
  • Le modalità operative del pittore sono spesso state paragonate a veri e propri rituali. A tal proposito, si dice che Pollock si sia ispirato direttamente alla tecnica di pittura sulla sabbia utilizzata dai nativi americani: la prassi veniva praticata dagli stregoni, e garantiva loro la possibilità di entrare in contatto con il mondo degli spiriti.
  • Pollock ha raggiunto il successo, tra le altre cose, anche grazie all’operato di Peggy Guggenheim, nota collezionista d’arte. La donna riconobbe il valore del pittore nei primi anni ’40, quando l’artista era sconosciuto ai più, e lo aiutò ad emergere dall’anonimato.
    Nel 1943 espose il suo “Guardians of the Secret” presso la sua galleria di New York, per poi organizzare una mostra personale dell’artista e, successivamente, metterlo sotto contratto, dandogli la possibilità effettiva di dedicarsi a tempo pieno alla sua arte.
  • Pollock svalutato? Niente affatto. Basti pensare che il suo “No. 5, 1948” è stato battuto all’asta nel 2006 per la cifra record – poi superata nel 2011 – di 140 milioni di dollari.
  • Negli anni, Pollock ha abusato del consumo di alcol e psicofarmaci, un atteggiamento dovuto ai problemi psichici che lo hanno afflitto nel corso della propria vita.
  • La sua morte avverrà all’età di soli 44 anni, in seguito a un incidente stradale causato dalla guida dell’uomo in stato di ebbrezza. A bordo dell’auto, oltre a lui, vi erano la sua amante Ruth Kligman, sopravvissuta all’accaduto, e Edith Metzger, amica della donna, deceduta come il pittore.

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